In ricordo delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio e dei martiri della legalità
Tutti gli anni si commemora a Palermo e in tutto il mondo civile la strage di Via D'Amelio in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta, a soli pochi mesi di distanza dalla morte, per mano criminale del collega Giovanni Falcone. Grande è stata la costernazione della società civile e

molto partecipata la presenza in questo contesto del mondo della politica. Sono ormai passati 23 anni, e puntualmente si sentono sempre le stesse parole di circostanza, senza che la politica abbia mai dato risposte coi fatti. La loro colpa è stata quella di individuare le collusioni fra la mafia e i sacri palazzi della politica. Nonostante ciò si continua ancora a colpire i magistrati e a imbavagliare la libera stampa. Dagli stessi palazzi si esprimono ancora lacrime di coccodrillo con celebrazioni di solidarietà pelosa.

La misura è colma, vogliamo fatti e non parole. Si rispetti l'indipendenza della Magistratura e si puniscano gli autori delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti sotto le mentite spoglie delle "denunce temerarie" . La nostra scelta in difesa della legalità non è frutto dell'improvvisazione, ma ha origini lontane. Noi c'eravamo, non dormivamo. Abbiamo svolto il nostro ruolo allora e intendiamo ribadirlo oggi. I politici  sinceri possono dimostrare le loro buone intenzioni  allontanando dalle istituzioni i corrotti e i corruttori e con una lotta senza quartiere agli evasori fiscali, veri responsabili dell'impoverimento della Nazione.

Noi ribadiamo, senza se e senza ma, che chiunque sia sospettato di collusione con la mafia e si sia impossessato di danaro pubblico illecitamente non debba ricoprire alcun incarico di governo. In onore di questi martiri della giustizia mettiamo in evidenza la nostra posizione e reazione, esternate a caldo, in quei momenti difficili per gli onesti cittadini. Lo ricordiamo con forza nell'affermare le stesse opinioni, le stesse sensazioni, gli stessi sentimenti che esprimemmo all'indomani della strage di via D'Amelio nelle colonne della rivista "Sardegna oltre" con l'editoriale dal titolo "Mafia e Palazzo". Ci rimane il rammarico, e anche l'orgoglio di avere espresso in tempi non sospetti, 23 anni fa, il nostro pensiero in proposito. (Luglio 2015).

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"Chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un malfattore". (B. Brecht).


"Nei tempi dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario". (Oscar Wilde)