Il libro dell'anno

(Pensieri parole e opere di un giornalista contro corrente)


Non di solo pane 


(Edito da Il centro-Stampato presso la Tipografia Ghiani)


DESCRIZIONE DELL’OPERA

L’Autore si chiede se vale la pena di svolgere la professione giornalistica tenendo sempre presenti i principi fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa in una società secolarizzata come la nostra. Attraverso un excursus sintetico e preciso di alcune tappe fondamentali della sua esistenza espone le difficoltà che incontra nel suo cammino chi si impegna nella ricerca della verità. La risposta è positiva solamente se si è disposti a rinunciare alle lusinghe dei potenti della terra e non avere obiettivi diversi se non fornire un’informazione sana e corretta. La strada in questo senso si presenta irta e difficile, ma non per questo impraticabile. L’opera con uno stile semplice e chiaro stronca i falsi miti del Sessantotto e propone un’alternativa basata sulla solidarietà e sull’affermazione di quei principi e di quei valori senza i quali la società è condannata all’autodistruzione. Il libro si conclude con una incoraggiante riflessione di Papa Giovanni Paolo II sulle angherie che l’uomo giusto è costretto a subire nella vita di tutti i giorni.

Dedica dell'autore
Chiunque volesse la dedica nel volume acquistato o da acquistare, può contattare direttamente con l'autore al numero 338-8293726, o per posta elettronica all'indirizzo della redazione indicato nel sito web.



Recensioni


Dalla Gazzetta del Sulcis-Iglesiente
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Libreria MP - Corso Umberto 235 - Macomer;
Edicola Pireddu - Bolotana;
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Libreria Mondadori - Corte del Sole - Sestu;
Cartoleria Pisanu - Via del Pino Solitario - Elmas.
Edicola di Piazza San Pietro (fronte chiesa) Assemini
E' possibile inoltre avere il volume direttamente dall'autore contattando al numero di cellulare 338-8293726.

"Chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un malfattore". (B. Brecht).

 "Qui vir fortis est qui nolit laborem et officia cum periculo adpetere?". (Seneca)